La piccola Sophie

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Lunedì 25 Aprile 2016 09:30

Ciao Sophie!

Il messaggio è arrivato anonimo, con il solito Beep Beep, caratteristico degli smartphone. Ero con un cliente e non ho neppure guardato lo schermo per vedere  chi fosse. Durante la giornata ormai siamo subissati di messaggi di ogni tipo e spesso guardiamo distratti solo a fine giornata.

La foto di Sophie, una piccola ricoverata a novembre al cren, il centro per i bambini denutriti, appare in un messaggio di Clarisse. 
In una frazione di secondo km di distanza si annullano come per incanto e vengo proiettato, come in una scansione temporale, in quel momento.
Quel giorno è forte nella mia memoria e quelle immagini, pur consuete in paesi come il Burkina, rimarranno indelebili.
La piccola Sophie, in braccio che urla disperata perché non riesce a comprendere il nostro tentativo di aggrapparla alla vita, è la "foto" che rimarrà stampata nel mio cuore per sempre.
I bambini in Africa muoiono per un niente, una realtà difficile da accettare, ma succede anche per una dissenteria, per una febbre malarica o per infezioni che da noi si curano in farmacia. Ogni volta è una sconfitta per la vita, ma è anche un monito a chi, in un mondo globalizzato, permette che ciò accada.
Nei primi anni, la vita dei bambini della Brousse è appesa costantemente ad un filo invisibile ed il "fato" è accettato con la stessa intensità della gioia. La vita viene donata e viene tolta in questo angolo del pianeta e nei villaggi si continua a vivere, ringraziando Wend per la presenza nelle loro esistenze.
Per noi uomini bianchi è una realtà difficile da accettare e quell'urlo alla vita crea rabbia e frustrazione. 
Non è possibile raccontare l' emozione nel sentire un piccolo corpo tornare alla vita, un corpo che al tatto trasmette richiesta di aiuto. . . 
Oggi, quella foto, con Sophie che mi fissa perplessa dallo schermo freddo di un telefonino,  mi ha regalato una gioia infinita ed una voglia di continuare a lottare per i nostri piccoli moretti. 
Cara Sophie, la vita è il bene più grande da difendere e tu riesci a ricordarcelo con la tua innocente fragilità. 
Grazie piccola  e grazie a tutti voi, che ogni giorno ci permettete di continuare a lavorare al loro fianco.
Sophie, tornerò presto e il mio primo pensiero sarà quello di abbracciarti e giocare insieme. . . In cambio vorrò soltanto un sorriso!

 

 

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Ultimo aggiornamento (Martedì 30 Novembre 1999 00:00) Scritto da Administrator