Relazione tecnica sulla scuola agraria di Jangany.

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Sabato 26 Marzo 2016 13:14

Relazione tecnica sulla scuola agraria di Jangany.


A distanza di otto anni dalla stesura del progetto per la realizzazione della scuola agraria di jangany abbiamo ritenuto necessario fare una valutazione su ciò che è stato realizzato, le difficoltà incontrate, le sfide riuscite e quelle perse. Tentiamo così di individuare delle prospettive e degli orizzonti futuri per continuare il cammino di sviluppo di questa regione.

Dopo il colpo di stato del 2009, il Madagascar ha subito un decadimento dal punto di vista economico sociale mai così elevato in tutta la sua storia. Il vuoto legislativo e l’incapacità dei vari governi che si sono susseguiti di fare fronte alle necessità della popolazione hanno fatto precipitare il Madagascar negli ultimi posti della classifica dei paesi per sviluppo umano, anche se paradossalmente il Madagascar è molto ricco in risorse sia del sottosuolo che del soprasuolo

Questo degrado si ripercuote anche sulle coscienze delle persone: Sempre più spesso si verificano in tutto il Paese episodi di violenza, di fatti di sangue anche all’interno delle famiglie e di giustizie private

Assistiamo anche a un crescente analfabetismo di ritorno: la lingua francese che potrebbe permettere ai malgasci di mantenere contatti anche fuori dell’isola viene parlata e studiata sempre meno. La qualità dell’istruzione scolastica è sempre minore e i giovani con un titolo di studio si scoraggiano presto di fronte ai tentativi di lottare contro la corruzione, l’ingiustizia sociale, la povertà, la mancanza di mezzi tecnici.

 


Jangany.


Malgrado la disastrosa situazione a livello nazionale, la piccola comunità di Jangany continua e registrare una crescita lenta ma costante. In otto anni la popolazione di Jangany centro è più che raddoppiata espandendo i propri quartieri e aggiungendone altri due ai quattro già esistenti. L’espansione segue  un assetto urbanistico abbastanza ordinato sulla base di un piano redatto una decina di anni fa ad opera di volontari della Missione dei Padri Vincenziani e adottato dalle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite. Il livello culturale della popolazione si è notevolmente innalzato: si pensi che dei 36 maestri che lavorano alla scuola privata S. Marie della Missione, 10 sono ex alunni della scuola stessa nativi di Jangany.


In tutto il sud dell’isola gli abitanti di jangany, il cui significato è “uomo in piedi”, vengono ormai chiamati “quelli con la testa nuova”.

 

Un notevole impulso allo sviluppo del villaggio è stata l’elettrificazione urbana: con l’aiuto della Missione si è installato un gruppo elettrogeno che fornisce elettricità agli utenti abbonati. La gestione è completamente privata. Grazie a questo impulso, lungo la via principale si è assistito al sorgere di attività commerciali: officine meccaniche, negozi vari che forniscono servizi come fotocopie o battitura documenti.

Esiste un servizio di taxi-brousse quotidiano verso i centri di Ihosy e Betroka. Il mercato del giovedì costituisce sempre un momento importantissimo per gli scambi commerciali, ma soprattutto per le relazioni sociali. Lo spirito nuovo che anima il paese lo si può vedere anche nelle varie attività sportive che stanno nascendo nei gruppi giovanili: utilizzando le strutture della scuola S. Marie sono nate associazioni sportive di calcio, pallacanestro e pallavolo. In ambito rurale sono nate diverse associazioni che si propongono la promozione la divulgazione di tecniche innovative sia agricole e di allevamento. Una in particolare chiamata Fahazavana (“la luce”) si occupa della formazione sull’allevamento di galline ovaiole, suini da carne, divulgazione di attrezzi agricoli.

L’opera di rimboschimento intrapresa dai padri fin dall’inizio della loro missione ha subito una battuta di arresto. Attualmente si stimano circa 90.000 alberi di eucalyptus, ma di questi circa i 2/3 sono stati gravemente colpiti tre anni fa da un’infestazione di cocciniglia. Purtroppo poche sono state le iniziative private mirate a questa pratica di tutela ambientale perché non c’è ancora presso la popolazione una presa di coscienza dell’importanza di questa attività nonostante la popolazione abbia toccato con mano l’importanza e l’utilità degli alberi: con essi è stata realizzata la palificazione dell’attuale servizio elettrico, la produzione delle travi per la copertura dei tetti in lamiera, l’effetto positivo dell’ombreggiamento contro la fortissima insolazione.

Attualmente sono due i problemi che assillano la popolazione di Jangany e i Padri Missionari:

1) Disponibilità di acqua potabile. All’inizio della loro opera, nel 1996, i Padri fecero 4 pozzi, uno per ogni quartiere del villaggio. Nel corso degli anni sono stati scavati altri 30 pozzi tutti privati. Se la quantità di acqua sembra sufficiente il problema ora è sanitario perché non essendoci una rete fognaria ed essendo la falda profonda soltanto una decina di metri si verifica un forte inquinamento. L’anno scorso si è avuta un’infezione di tifo in tutto il villaggio.

2) Furti di bestiame. Questo problema è ormai diffuso in tutta l’isola, ma in situazioni come quella di Jangany assume dimensioni drammatiche. Essendo i buoi la vera ricchezza economica per i Bara (etnia predominante), i continui furti spesso accompagnati da fatti di sangue hanno finito per impoverire la popolazione. Le famiglie che notoriamente vedevano nella mandria la vera ricchezza, ora si trovano disorientate e non sanno come ripensare la loro ricchezza.

 

Scuola S. Marie.

 

Fin dall’inizio della loro missione i Padri Vincenziani si sono proposti  i seguenti obiettivi:

  • Alimentazione adeguata,
  • Disponibilità di acqua potabile,
  • Sanità,
  • Istruzione.

Riteniamo che quest’ultima sia alla base di tutto in quanto la conoscenza permette di utilizzare al meglio i mezzi di cui si dispone in quel determinato momento e luogo.

La scuola cattolica S.Marie accoglie circa 2.000 alunni fra scuola primaria e secondaria i quali rappresentano i 2/3 dei ragazzi da scolarizzare nell’intera regione. Il tasso di alfabetizzazione varia molto fra centri urbani e zone rurali: mentre  a Jangany centro la percentuale di bambini scolarizzati è del 92% mentre in ambito rurale scende al 40%. La scuola è gestita dalle suore  Figlie della carità e impiega 36 maestri: 29 a jangany e 7 nelle scuole rurali. A livello di studio e preparazione gli ex alunni quando vanno alle scuole superiori di città ( es. Ihosy e Fianarantsoa) si mettono subito in evidenza per le loro doti di apprendimento e per il livello di preparazione. Negli ultimi dieci anni circa 200 ex alunni sono andati alle scuole superiori di Ihosy e Fianarantsoa. In appoggio alla scuola c’è un collegio capace di accogliere 250 ragazzi. Attualmente sono 152 separati fra maschi e femmine. Inoltre c’è un refettorio per bambini denutriti. Quest’anno sono 550, ma negli anni passati particolarmente siccitosi si è arrivati a 750. Infine c’è un dispensario gestito da una suora infermiera ed è considerato il più attrezzato di tutta la regione. Tutto il complesso scolastico ha 4 pozzi nella scuola, 3 pozzi nel complesso della case dei maestri, 5 pozzi nel collegio, 1 pozzo nella casa della suore. L’acqua necessaria viene immagazzinata in tre serbatoi da 3.500 litri. Uno è alimentato dal pozzo delle suore grazie al gruppo elettrogeno. Il secondo si trova nel complesso scolastico e si vorrebbe collegarlo con il serbatoio delle suore e con uno dei pozzi degli insegnanti. Esistono già le tubature interrate, ma manca l’allacciamento finale ai serbatoi per mancanza di idraulici competenti. Quindi è attualmente inutilizzato. Il terzo si trova nel complesso della case dei maestri e attende anch’esso l’installazione di una pompa.


Scuola Agraria.

 

E’ stato detto che fra gli obiettivi primari per lo sviluppo ci sono un’alimentazione adeguata ed l’istruzione. Lo scopo della scuola agraria è cercare di soddisfare il primo con il secondo. Il consumo di carne quindi di proteine animali è scarsissimo. I buoi essendo animali “solenni” hanno valore solo come accumulo di ricchezza e vengono usati quasi esclusivamente per i sacrifici durante i riti religiosi come funerali o più raramente matrimoni. Nella popolazione Bara si registrano tassi di denutrizione e decalcificazione molto elevati anche in età adulta. La scuola agraria si propone di divulgare nuove fonti di proteine animali diverse dall’allevamento di buoi. Per questo ha inserito nel programma scolastico materie di zootecnia speciale quali galline ovaiole, suini, ovini e caprini, vacche da latte. Si sono stabiliti contatti con varie associazioni rurali e ong malgasce che si occupano di questi settori e grazie a questo è stato possibile organizzare corsi di formazione specifici. Il terreno della scuola agraria è di circa 30 ettari, tutti recintati da un muro alto 2 metri e diviso in due porzioni: uno di 18 ettari adibito a pascolo e uno di 12 ettari che ospita le strutture scolastiche e gli appezzamenti agricoli.

Le strutture scolastiche sono:

  • due aule scolastiche,
  • una doppia sala per i professori e la direzione,
  • un dormitorio,
  • 1 refettorio,
  • Servizi igienici e docce.

Tutta la struttura è stata dimensionata per accogliere 40 ragazzi. I corsi sono tenuti da due professori laureati alla scuola agraria di Bevalala presso la Capitale Antananarivo; uno laureato in Agronomia e l’altro in Produzione Animale. All’entrata della scuola è stata costruita di recente una struttura in muratura per accogliere una decorticatrice/brillatrice per il riso e un forno per il pane. Questa opera ha una funzione espressamente sociale ed è stata costruita a beneficio di tutta la popolazione di jangany.  Il lavoro di decorticazione del riso avrà anche un effetto indotto per la scuola perché si potrà disporre di pula di riso da destinare all’alimentazione animale. Di fronte al complesso scolastico dalla parte opposta alla via principale c’è la stalla,  che ospita 3 manze da latte di razza Bramhan, 17 pecore e un asino. Gli animali vengono fatti pascolare seguendo le regole di un pascolo turnato, suddividendo la superficie in appezzamenti e calcolando il numero degli animali in base alla disponibilità di foraggio. La giornata scolastica prevede corsi teorici alternati a attività pratiche sul campo. Vicino alle aule ci sono infatti due orti di 60x40 e 70x40 mq che al momento sono utilizzati completamente. La superfice effettivamente coltivata è 20x25 e 15x30 suddivisa in aiuole di circa 5 mq e sulle quali gli alunni fanno pratica. Attualmente gli alunni sono 11 e provengono da diverse città del sud dell’isola come Ihosy, Analavoka, Farafangana, Fianarantsoa.  Viene richiesta loro una retta molto bassa e vengono assistiti dai missionari. La scuola agraria è operativa da tre anni e il corso dura 9 mesi da ottobre a giugno e prevede due sessioni una di agronomia e una di produzioni animali. I temi affrontati sono:

  • Conoscenza generale dei suoli, biologia vegetale e botanica, nutrizione e difesa della piante, agronomia speciale (risicoltura, frutticoltura, piante tubercolari, orticoltura).
  • Conoscenza generale degli animali domestici, sistemi di allevamento, allevamento ruminanti, avicoltura, suinicoltura, apicoltura.

Nella porzione bassa del settore scolastico ci sono i campi di produzione agricola. Essi sono suddivisi in quattro settori separati da un viale alberato fatto con piante di Neem (araridacta indica), pianta sempreverde con un’azione difensiva contro gli insetti. Gli appezzamenti attualmente in produzione sono:

  • 4 ettari di Manioca,
  • 0,5 ettari di Bagheda (patate dolci),
  • 0,25 ettari di mais in consociazione con vuandzo (ceci malgasci) e arachide.
  • 2 ettari circa di risaia sommersa situati però all’esterno del complesso scolastico lungo il fiume jangany che la Missione ha acquistato nel 2014.

Per quanto riguarda l’arboricoltura:

  • 0,25 ettari Ananas,
  • 0,20 ettari di agrumi
  • 0,20 ettari di banani,
  • 200 mq di papaye che però sono state fortemente danneggiate dalla grandinata del 2014,
  • 1 ettaro di terreno che è stato destinato alla coltivazione di coltura sperimentali come caffè, pepe rosso, chiodi di garofano, cannella, vaniglia.

Per i lavori nei campi e per la cura degli animali la scuola si avvale di due operai fissi più uno avventizio.


Disponibilità e consumi idrici.

 

Nella scuola agraria esistono 1 pozzo per la stalla, 1 pozzo per il complesso scolastico. In essi è stato montata una pompa a immersione azionata da un pannello solare. Nei campi ci sono 1 pozzo per ogni ettaro quindi  12 pozzi, ma solo in uno, quello posto vicino al magazzino di stoccaggio dei prodotti agricoli c’è una struttura in muratura per il montaggio della cisterna in PVC che non è stata ancora montata per mancanza di personale  competente. Tutti i pozzi sono profondi dagli 8 agli 13 metri e contengono circa 2.000 litri di acqua.  I tempi di riempimento sono brevi e non superano mai le 24 ore. Il livello della falda è abbastanza  costante in tutto l’anno; solo in alcuni si è verificata una lieve diminuzione dopo i sei mesi della stagione secca (da aprile a settembre), quindi al momento si può calcolare una disponibilità idrica massima di 24.000 litri al giorno. Per raccoglierla si è pensato di mettere in 4 serbatoi in PVC  da 3.000 litri l’una montate su strutture in cemento e dislocate nei  campi della scuola che potranno essere riempite due volte al giorno. Questi quantitativi sono molto bassi e risultano sufficienti per  irrigare una porzione  di  1.000 metri quadrati  per uno spessore di  25-30 cm di profondità di terreno cioè quello interessato dalla presenza del le radici. Visti gli elevati tassi di evaporazione occorrerà prevedere la messa a punto di sistemi di irrigazione che permettano il massimo dell’efficienza e riducano al minimo gli sprechi. Occorrerà uno calcolo appropriato dei volumi e turni di adacquamento  dei singoli appezzamenti, e incentivare irrigazione goccia a goccia.

 

Spese sostenute.

Strutture scolastiche

  • 1 aula   7.000 euro
  • 1 locale destinato ai professori e al direttore   7.000 euro
  • 1 dormitorio  7.000 euro
  • Servizi igienici   3.000 euro
  • Mobili e materiale didattico vario  6.000 euro
  • Totale 30.000 euro

Strutture produttive

  • 1 forno 10.000 euro
  • 1 brillatrice  7.000 euro
  • Stalla e n. 2 magazzini annessi  45.000 euro
  • Recinzione dei 30 ettari divisi in due porzioni di 12 e 18 ettari   36.000 euro
  • Scavo pozzi    4.000 euro
  • Cisterna montata con pannello solare e pompa  3.000 euro
  • 1 Porcilaia (in costruzione) 10.000 euro
  • 2 Pollai (in costruzione) 20.000 euro

 

Prospettive.

 

I lavori in corso al momento attuale sono:

 

  • La preparazione  di 1,5 ettari di risaia sommersa nella parte più distante e sottostante dei campi recintati della scuola. Per alimentarla sono stati costruiti due bacini per raccolta di acqua piovana delle dimensioni di 10 x 15 metri e profonde 1 metro.  Questi  bacini saranno serviti da una serie di canalizzazioni che verranno fatte trasversalmente coprendo tutta la superficie dei campi che capteranno anche l’acqua piovana dei tetti delle stalle. Esse avranno inoltre lo scopo di frenare l’erosione idrica.
  • La costruzione di una porcilaia e di due pollai, uno per pulcini e uno per galline ovaiole.

 

Tutto il complesso della scuola non può ancora considerarsi in produzione a regime soprattutto se lo si valuta con i parametri europei. Però si stanno facendo passi avanti riguardo alla innovazione. Nuove tecniche colturali, si fanno valutazioni e confronti sul rendimento delle colture e sperimentazioni  di quelle più redditizie. Messa a coltura del terreno incolto, attraverso letamazioni, lavorazioni, interramento di materiale organico. Sensibilizzazione contro la pratica della bruciatura dei residui colturali, i ben noti feux de brousse. Essi rappresentano una minaccia per i germogli delle essenze legnose e inoltre non essendo controllati creano dei fronti pericolosi per la popolazione stessa. Introduzione nuovi attrezzi agricoli più idonei alla coltivazione intensiva: accanto alla tradizionale vanghetta usata dai malgasci per qualsiasi lavoro nei campi si stanno diffondendo l’aratro, l’erpice a denti fissi, sarchiatrice a denti fissi per il lavoro nell’interfila. Diversificazione le fonti alimentari introducendo l’allevamento di vacche da latte, di galline ovaiole e di suini da ingrasso.

Si vorrebbe sostenere la diffusione degli asini in sostituzione dei buoi che sono oggetto di furto.

Un esempio significativo è la produzione di latte bovino che è sempre stata considerata da noi come il punto d’arrivo della scuola agraria e che continua ad essere l’orizzonte da non perdere di vista. Sapevamo che l’organizzazione un tale sistema di allevamento comporta una conoscenza in tutti i settori della filiera che vanno dalla biologia vegetale alla chimica, dalla veterinaria alle norme igieniche; ora ci troviamo di fronte al problema di come far entrare tutto ciò nelle abitudini dei Bara, notoriamente un popolo di pastori dediti al pascolo estensivo.

Riguardo alla vendita dei prodotti agricoli della scuola si erano presi dei contatti all’inizio con i ristoranti del parco nazionale dell’Isalo. L’instabilità del Paese aumentata negli ultimi anni ha fatto ridurre moltissimo l’afflusso turistico e questo ha portato a una sospensione dei contatti.

La scuola agraria continua nella vendita degli alberi di eucalyptus come legname da paleria o da ardere. Ciò nonostante la scuola ha prodotto nel 2015 circa 25 tonnellate di riso che sono state usate per il refettorio del collegio, dei bambini denutriti, delle famiglie povere.

Sta nascendo una mentalità che, progetta, riflette, mette in pratica. iniziano così nuove esperienze alcune positive altre negative; si incontrano problemi e si studiano soluzioni. Ma mentre prima si era in un sogno ora si vive in una realtà; ora siamo dentro ai problemi che prima prospettavamo.

Febbraio 2016

Giuseppe Bellotti

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