Una nuvola di polvere

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Domenica 12 Giugno 2016 18:23

Una nuvola di polvere entra nelle narici, forte, acre e inebriante. Faccio fatica quasi a vedere i compagni che mi aiutano a preparare la distribuzione. Un momento e devo fermarmi, uscire per respirare aria calda, ma almeno libera da quel pulviscolo che porta gioia e vita.

La distribuzione del miglio ai ragazzi è sempre un momento unico al centro. Vengono dai villaggi a piedi con il loro sacco o con un secchio, che riempito verrà riportato a casa, ringraziando con un inchino ed un sorriso appena accennato.
Il momento più emozionante è vedere le mani correre veloci sul cemento della sala alla ricerca anche del più piccolo dei granelli di cereale, perché neanche uno deve andare disperso. 
Il contenuto del sacco sarà ovviamente condiviso con tutta la famiglia, in una festa semplice, ma vera. In una società dove il cibo ha una valenza sociale, che in Italia abbiamo ormai quasi dimenticato, il rispetto e la cura per un sacco di miglio è davvero difficile da descrivere e la polenta, ricavata dal cereale, unità ad una semplice salsa di erbe amare e verdure, può trasformare una serata qualsiasi in una serata di festa. Vi assicuro che nelle loro preghiere non mancherà il ringraziamento per ognuno di Voi.
Grazie
Contribuisci con un una fornitura di miglio (20€ per donare un sorriso)
per info su progetti www.oasisenzomissoni.org

 

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Giselle

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Domenica 12 Giugno 2016 16:17

In collaborazione con Oasis Enzo Missoni.
Per info 
www.legamondo.org

 

Oasisenzomissoni Onlus

27 maggio alle ore 12:39 ·

Ciao, mi chiamo Giselle e vivo nel villaggio di Zoulà in Burkina Faso ed ho appena compiuto 9 anni. Abito in una piccola concessione insieme al mio papà , la mia mamma ed i miei fratellini. Da quando ho incontrato Enzo e Clarisse al Centro, la mia vita è cambiata ed i miei sogni hanno iniziato a realizzarsi. Voglio raccontarvi la mia storia….la volete ascoltare?

La mia giornata si svolge in modo sempre uguale aiutando mia madre nei lavori all'interno della corte, nei campi e nella brousse per raccogliere la legna, prendere l'acqua al pozzo ed il mercato.
Vorrei tanto andare a scuola, ma visto che potevamo permetterci di mandare solo qualcuno della famiglia, mio padre ha pensato di mandare i miei fratelli più grandi.
Mio nonno dice sempre che “le ragazze non hanno bisogno di studiare, per crescere bambini, cucinare e lavorare nei campi non serve saper leggere e scrivere”. Io però vorrei tanto andare a scuola per fare una vita diversa da quella di mia mamma e mia nonna. La settimana scorsa sono andata con la mamma al Centro Oasis di Enzo ed ho conosciuto Clarisse. Questa signora che gestisce il centro mi ha detto che se voglio potrò andare a scuola e iniziare a studiare perchè amici lontani mi possono aiutare. Oggi ne parlerò con papà e mamma e sono sicuro che riuscirò a convincerli a studiare. La signora mi ha detto che sono tante le bambine che la frequentano e che ormai sono tante le donne che occupano dei posti importanti. Forse un giorno anch'io riuscirò a realizzare il mio sogno.

Storie come quella di Giselle sono tante e simili tra loro. Grazie a tutti quelli che ci permettono di far sognare un futuro diverso.

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info 3713798033

 

 

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La piccola Sophie

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Lunedì 25 Aprile 2016 09:30

Ciao Sophie!

Il messaggio è arrivato anonimo, con il solito Beep Beep, caratteristico degli smartphone. Ero con un cliente e non ho neppure guardato lo schermo per vedere  chi fosse. Durante la giornata ormai siamo subissati di messaggi di ogni tipo e spesso guardiamo distratti solo a fine giornata.

La foto di Sophie, una piccola ricoverata a novembre al cren, il centro per i bambini denutriti, appare in un messaggio di Clarisse. 
In una frazione di secondo km di distanza si annullano come per incanto e vengo proiettato, come in una scansione temporale, in quel momento.
Quel giorno è forte nella mia memoria e quelle immagini, pur consuete in paesi come il Burkina, rimarranno indelebili.
La piccola Sophie, in braccio che urla disperata perché non riesce a comprendere il nostro tentativo di aggrapparla alla vita, è la "foto" che rimarrà stampata nel mio cuore per sempre.
I bambini in Africa muoiono per un niente, una realtà difficile da accettare, ma succede anche per una dissenteria, per una febbre malarica o per infezioni che da noi si curano in farmacia. Ogni volta è una sconfitta per la vita, ma è anche un monito a chi, in un mondo globalizzato, permette che ciò accada.
Nei primi anni, la vita dei bambini della Brousse è appesa costantemente ad un filo invisibile ed il "fato" è accettato con la stessa intensità della gioia. La vita viene donata e viene tolta in questo angolo del pianeta e nei villaggi si continua a vivere, ringraziando Wend per la presenza nelle loro esistenze.
Per noi uomini bianchi è una realtà difficile da accettare e quell'urlo alla vita crea rabbia e frustrazione. 
Non è possibile raccontare l' emozione nel sentire un piccolo corpo tornare alla vita, un corpo che al tatto trasmette richiesta di aiuto. . . 
Oggi, quella foto, con Sophie che mi fissa perplessa dallo schermo freddo di un telefonino,  mi ha regalato una gioia infinita ed una voglia di continuare a lottare per i nostri piccoli moretti. 
Cara Sophie, la vita è il bene più grande da difendere e tu riesci a ricordarcelo con la tua innocente fragilità. 
Grazie piccola  e grazie a tutti voi, che ogni giorno ci permettete di continuare a lavorare al loro fianco.
Sophie, tornerò presto e il mio primo pensiero sarà quello di abbracciarti e giocare insieme. . . In cambio vorrò soltanto un sorriso!

 

 

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Relazione tecnica sulla scuola agraria di Jangany.

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Sabato 26 Marzo 2016 13:14

Relazione tecnica sulla scuola agraria di Jangany.


A distanza di otto anni dalla stesura del progetto per la realizzazione della scuola agraria di jangany abbiamo ritenuto necessario fare una valutazione su ciò che è stato realizzato, le difficoltà incontrate, le sfide riuscite e quelle perse. Tentiamo così di individuare delle prospettive e degli orizzonti futuri per continuare il cammino di sviluppo di questa regione.

Dopo il colpo di stato del 2009, il Madagascar ha subito un decadimento dal punto di vista economico sociale mai così elevato in tutta la sua storia. Il vuoto legislativo e l’incapacità dei vari governi che si sono susseguiti di fare fronte alle necessità della popolazione hanno fatto precipitare il Madagascar negli ultimi posti della classifica dei paesi per sviluppo umano, anche se paradossalmente il Madagascar è molto ricco in risorse sia del sottosuolo che del soprasuolo

Questo degrado si ripercuote anche sulle coscienze delle persone: Sempre più spesso si verificano in tutto il Paese episodi di violenza, di fatti di sangue anche all’interno delle famiglie e di giustizie private

Assistiamo anche a un crescente analfabetismo di ritorno: la lingua francese che potrebbe permettere ai malgasci di mantenere contatti anche fuori dell’isola viene parlata e studiata sempre meno. La qualità dell’istruzione scolastica è sempre minore e i giovani con un titolo di studio si scoraggiano presto di fronte ai tentativi di lottare contro la corruzione, l’ingiustizia sociale, la povertà, la mancanza di mezzi tecnici.

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